Economia Reale e Virtuale

Osservazioni di una persona comune sull’economia

I mezzi di comunicazione di massa ci bombardano continuamente di informazioni, a volte vere a volte non veritiere, che ad una persona comune, come la maggior parte, sembra di fare parte di un altro mondo. E’ come immaginare di stare su un pianeta diverso ed osservare quello che succede sulla terra.

La prima cosa che ci cade sottocchio è quella che tutti lottano per la sopravvivenza e tutti aspirano a come trascorrere il corso della propria vita nel modo più agevole possibile, e fino a questo punto nulla da obbiettare, in quanto una volta che ognuno di noi soddisfa le esigenze primarie di sopravvivenza e cioè: mangiare, bere, curarsi, svagarsi, impiegarsi per non sprofondare nella noia direi che ha raggiunto la cosiddetta ”pace dei sensi”.

Insomma, in poche parole, si tende a tutto quello che un uomo possa desiderare per vivere una vita appagata, sana e costruttiva e più lunga possibile.

Anticamente, prima dell’invenzione della moneta, l’economia di una comunità era basata sul baratto ogni cittadino otteneva attraverso uno scambio diretto di beni o servizi quello che più potesse confortare la propria esistenza.

La moneta che in un primo tempo era rappresentata da un valore oggettivo in quanto veniva coniata con metalli tanto preziosi quanto il valore dello scambio per cui si impiegava, con il passare degli anni ha cominciato ad impoverirsi fino a diventare ai nostri giorni un numero fluttuante da un conto all’altro.

Nel corso dei secoli quindi si è passati da un’economia di scambio reale ad una economia di scambio virtuale. Dove l’economia reale che doveva essere rappresentata dall’economia virtuale come mezzo per favorire gli scambi è stata invece scavalcata e superata da quest’ultima, la quale tutto produce tranne economia reale, infatti questi numeri, che scorrono da un conto all’altro,  in realtà non producono niente, ma solamente conti che oggi sono rappresentati da un numero domani da un altro.

In poche parole ci sono dei capitali che navigano da un conto all’altro entrando in un circolo vizioso di compravendita di titoli senza aver niente a che fare con l’economia reale, venendo cosi meno quello che è loro scopo principale e cioè quello di produrre beni e servizi per la comunità.

Cumulare denaro sotto forma di numero, senza che venga impiegato per produrre beni o servizi, non è utile a nessuno neanche a chi ne è il proprietario, in quanto è soltanto un numero che oggi è di un certo valore domani di un altro, ma resta soltanto un numero.

E’  opportuno, quindi, far capire a tutti quei cittadini che pensano ad accumulare capitali fini a se stessi, di cercare di impiegarli nell’economia reale in modo che tutti possano trarne vantaggio.

Come tutti ben sanno, la propria qualità della vita è influenzata dalla qualità della vita di tutti quelli che ci stanno intorno indipendentemente dalla ricchezza che ognuno di noi può accumulare.